Situata a sud del complesso teatro tempio, la domus rappresenta un unicum non solo nel panorama sannitico ma di tutta la penisola. Essa si presenta come una grande casa ad atrio con impluvio, tablino e alae, differenziandosi dal classico schema della residenza romano-italica per la presenza di un portico a due navate per le offerte votive. Venne probabilmente costruita nella seconda metà del II a.C. insieme al tempio B e la sua attività arrivò fino al teremoto del 346 d.C. Durante questo periodo la domus subì numerosi restauri con modifiche planimetriche, riassumibili in tre grandi fasi. Nella prima fase essa svolge il ruolo di abitazione dei sacerdoti in attività presso il tempio B, nonchè luogo per la celebrazione dei riti sacri. Le murature sono quasi esclusivamente in blocchi di pietra calcarea locale con tessitura ordinata. Nella seconda fase, in età imperiale, essa subisce un cambio d'uso, divenendo abitazione privata della famiglia romana dei Socelli.Nell'area a monte del tablino viene ricavato un impianto termale costituito da quattro ambienti. Le murature di qusta fase presentano tegole soprattutto nell'area termale e blocchi di reimpiego, quali soglie e blocchi del tempio maggiore. Lultima fase concentra la sua attività nell'area dell'atrio, dove vengono costruite una fornace e una calcare. Vengono realizzati nuovi ambienti con setti murari dalla tessitura disordinata. L'attività cessa a metà del IV d.C. come testomina l'assenza di monete posteriori a Costantino.
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Santuario Italico di Pietrabbondante